AI centro dei quadri di Gasparri è la figura umana, inquieta, allucinata e stravolta da un segno che muta debolmente negli anni senza mai perdere il suo carattere fortemente drammatico. In “Ricevimento”, realizzato a Roma dopo la guerra, è presente la memoria delle esperienze negli anni della sua formazione: l’ammassarsi delle figure, dai corpi sommariamente definiti, dalle membra sproporzionate e dai volti ciechi, ricordano la serie delle Fantasie di Mario Mafai, si muovono in uno spazio chiuso, modellato con la spessa pasta pittorica con cui l’artista definisce i loro corpi. Lo spazio, circoscritto dai tavoli al centro e dalla balaustra in alto a destra, è privo di struttura prospettica e, più che contenere i corpi, sembra comprimerli tutt’intorno all’unico punto vuoto al centro della pista da ballo.