“Il bisogno di un ordine architettonico delle masse e l’osservazione realistica, spesso si congiungono in un significato, che può ben dirsi inconsueto e non restringibile ai canoni del mero naturalismo”. Con queste parole Carlo Carrà si pronunciava in merito ai paesaggi di Carlo D’Aloisio da Vasto che, come nella presente tela, si caratterizzano per la presenza di un concetto rigorosamente costruttivo alla base della composizione. Illuminanti devono esser state per l’artista le parole di Roberto Longhi a proposito della pittura come “sintesi prospettica di forma e colore” o “adesione alla realtà naturale mediata dalle forme di un’intelligenza razionale”, nonché la rarefazione magica del quotidiano introdotta da Massimiliano Bontempelli.
D’Aloisio è unanimemente riconosciuto come grande interprete del genere paesaggistico, al quale si dedica sia nella produzione ad olio che nell’acquerello. Tale genere suscita nell’artista un forte stimolo alla riflessione, nonché un senso di grande lirismo. La padronanza di una tecnica perfetta, infatti, non soffoca mai il contenuto poetico della composizione, così come la sapiente elaborazione non altera l’aspetto e la freschezza dell’improvvisazione.
Il dipinto della collezione Inps è invaso da una luce cristallina e ridente, tipica delle regioni mediterranee, e ricorda la grande pittura a fresco dell’Italia centrale fra Trecento e Quattrocento