La sistematica ricerca ed esaltazione del segno-colore connota da oltre mezzo secolo la personalità artistica di Carla Accardi, fra i massimi esponenti dell’astrattismo italiano. I segni cromatici dell’Accardi, che iniziano a proliferare sulle tele dei primi anni Cinquanta in configuraizoni libere e contorte, assumono alla metà del decennio la caratteristica bicromia del positivo e negativo che come nell’opera di proprietà dell’Inps delimita la superficie tra bianco e nero.
Nel dipinto il segno nero su bianco è un tratto continuo che si amplia quasi a valicare il piano limite dell’inquadratura segnica divenedo, a sua volta, cornice fisica della struttura stessa.
L’opera fa parte della serie dedicata al tema mitico del labirinto, come suggerisce il titolo, attraverso cui l’artista rilegge la serie texture dei Negativi della metà degli anni Sessanta, mediante un segno meno complicato, rispetto ai precendeti, più arioso e che si connette con lo spazio stesso della tela.
La serie, e perciò anche la presente opera, nascono dal recupero del concetto metafisico-euclideo del “percorso” e del “passaggio”, con un aggancio perciò, anche dal punto di vista concettuale, al tema del viaggio iniziatico.