Nato in una ricca e colta famiglia, dipinge il suo primo quadro a undici anni, un autoritratto ad olio su cartone, realizzato con una precoce intuizione pittorica. Negli anni giovanili sperimenta inoltre composizioni musicali e modella la prima scultura autoritratto dipinta ad olio. Durante la mostra futurista di “Lacerba” (1913) oltre a Soffici, Rosai e Palazzeschi incontra Papini che lo indica come uno dei più intelligenti e giovani visitatori dell’esposizione. A Viareggio, luogo di incontri e stimoli, frequenta casa Nomellini e da questa esperienza concepisce una pittura fauve caratterizzata dall’esuberanza del colore, steso con ricchezza espressiva e da alcuni riferimenti alla cultura secessionista internazionale.