Con il mutamento di stile e linguaggio formale avvenuto a partire dai primi anni Cinquanta, Attardi si concentra su una diversa ricerca iconografica, basata per lo più su soggetti umani e paesaggi urbani, e focalizza l’attenzione sul rapporto fra linea e scomposizione postcubista. L’artista riscopre infatti in questo periodo l’interesse per le strutture del cubismo orfico, che ripropone però in maniera non meccanica.
La litografia intitolata Paesaggio romano è ripresa da un olio su tela già presente, con lo stesso titolo, nella collezione dell’Ente. Pur perdendo la forza espressiva del colore propria dell’olio, l’opera acquista in linearismo e concentrazione segnica, in piena coerenza con l’evoluzione artistica di Ugo Attardi.