Negli anni Cinquanta e Sessanta Beppe Guzzi torna a dedicarsi con passione al genere del paesaggio, realizzando numerose vedute e marine. Celebri sono quelle dedicate a Livorno e Fiumicino; non mancano poi visioni fluviali, come quelle di Roma e della val Nerina. A quest’ultima è dedicata la presente opera: una tranche paesaggistica della valle, caratterizzata da un accento pittorico vivido ed un tocco cromatico decisamente acido rispetto alla contemporanea produzione dell’artista che esaltava piuttosto l’uso di rapporti contrastanti fra le tonalità, fatte solitamente di marroni, verdi e azzurri.
A seguito della sua vicinanza con la Scuola Romana e con la pittura espressionista, l’artista aveva infatti rinnovato il proprio stile introducendo l’uso di larghi piani di colore e zone cromatiche a più intensa campitura, come evidente nelle due tele di proprietà dell’Inps. Le vedute di Guzzi sono inoltre caratterizzate dalla passione per il colore e le tonalità leggere, nonché da un’elaborazione solitamente tono su tono. Tali aspetti si riconoscono particolarmente nella produzione tarda dell’artista che pertanto si può inserire, a ragione, in quel ritorno al postespressionismo che coinvolse molta parte della pittura figurativa europea contemporanea.