Sempre in primo piano nella pittura di Franco Villoresi sono il paesaggio, urbano e/o naturale, e l’uomo. Ambedue vengono rappresentati dall’artista come elementi fondamentali di uno stesso stato d’animo che si potrebbe definire crepuscolare, o meglio ancora esistenziale, così come si evince dalla presente opera.
Villoresi, difatti, così legato, nella seconda metà degli anni Cinquanta, alla cultura esistenzialista, riesce a riprodurre con estrema abilità sia il senso di incompiutezza dell’uomo che la sua incapacità a comunicare.
L’uscita dalla fabbrica fa parte di una serie monotematica.
In uno spazio delimitato in alto dal cielo corrusco e, a destra, dall’azzurro acido del bus, una massa inerme di operai, attraversa la scena. Gli “omoni”, come lo stesso artista definiva la classe operaia, sono rappresentati curvi nella desolazione urbana. La tonalità bassa del colore, l’asprezza di insieme della composizione, risolvono il dipinto in uno sguardo cupo e profondo sulla difficoltà della condizione operaia.
L’opera fu esposta presso la sala XLVIII del Palazzo delle Esposizioni di Roma nella Mostra Concorso di Arti Figurative, Istituto Nazionale Previdenza Sociale del 1963.