Marcello Avenali dopo gli anni Cinquanta giunge a sperimentare una forma di realismo post-cubista in bilico tra realtà e astrazione di derivazione braquiana.
Il dato figurativo viene a perdere la sua conformazione fisica ma non la concretezza della sua presenza, lasciando libero il colore di costruire le figure e lo spazio sulla tela.
L’uso sistematico di colori acidi, gli azzurri e i rossi in particolare, che tendono ancor di più a dissolvere e, in parte, a mitigare gli ultimi accenni alla figurazione, nonché la figura femminile che fuoriesce sulla parte laterale del dipinto, esprimono a pieno la ricerca di Avenali diretta ad andare oltre l’immagine reale.
Le sempre nuove sperimentazioni di Avenali non fanno dimenticare all’artista la figura umana, in particlare quella femminnile, il cui corpo, delineato da innumerevoli frammenti della sccomposizione braquiana, è svelato nella caducità delle sue forme.