"L’arte, anche quando è favola, non è mai finzione, ma sempre ricerca di verità", scrive Aldo Natili nel 1953. Già nell’immediato dopoguerra, difatti, l’artista matura una concezione dell’arte come profondo impegno morale e coinvolgimento nella realtà. Proprio in questo periodo è riferibile questo Paesaggio di Fiumicino, che può essere avvicinato stilisticamente ad altri dipinti che in quegli stessi anni il pittore dedica agli scenari industriali di Valle Aurelia a Roma. In questa serie di composizioni, Natili sembra difatti voler sperimentare, nella sintesi geometrizzante dell’immagine, un linguaggio dalla grammatica semplice ed efficace, quasi da realismo socialista.