La sua attenzione è rivolta allo studio analitico dei colori accostati in “tassellature” semplici e ordinate, il rapporto luce-colore porta l’artista ad individuare gli elementi primi del fare pittorico, che Gian Paolo Barosso coniò, nel 1960, con il termine “cromema", considerato l’equivalente del “fonema” e del “lessema” secondo una visione strutturalistica della comunicazione. Nella “Figura di uomo” l’espressionismo cromatico è caratterizzato da una pittura materica, disfatta e grumosa dai toni drammatici e dalla crudezza espressiva.
Il colore distintivo e prevalente, a tratti tende ad aprirsi a smarginature, bande di colori stesi su direzioni irregolari rifiutano i precedenti canoni per realizzare una gestualità libera: la linea si disfa e diviene traccia di colore talvolta listato di nero, oltre la traccia segnica, verso il dilagare nella macchia.