Bruno D’Arcevia è un pittore manierista e la sua presenza nel panorama artistico italiano ha dato impulso alle nuove generazioni di pittori colpiti dalla crisi del figurativo degli ultimi decenni. La ricerca di D’Arcevia muove in direzione di una singolare forma di reinvenzione dell’arte del passato dove il figurativo la fa da padrone, un maestoso ed elegante figurativo in una classicità contemporanea. I soggetti legati alla letteratura, alla mitologia, alla storia, sono quelli più frequenti nella pittura dell’artista marchigiano ed il “Bozzetto per Cesare e Pompeo” ne è un esempio, un’opera dove si possono cogliere alcuni dei tipici elementi del manierismo: una figurazione serpentinata, quasi a S, in una posa molto studiata fino ad essere artificiosa; un sapiente uso della luce per sottolineare movimenti e pose; panneggi, in questo caso una fascia di stoffa molto lunga irrazionalmente svolazzante. L’intento di D’Arcevia è di ricostituire una sorta di forma poetica dell’arte in modo da poter vivere l’arte in tutto il suo fulgore e anche di giocare con la Storia, dimensione pittorica ricorrente nel suo movimento Nuova Maniera Italiana, e quindi giocare con tutta l’esperienza e la magia che l’arte può mettere in campo e tutto questo per il piacere dell’occhio.