Ugo Attardi, artista poliedrico del novecento italiano, nasce in provincia di Genova nel 1923. Un anno dopo la famiglia si trasferisce nell’originaria Palermo, dove il giovane Attardi frequenta il liceo artistico, si iscrive alla facoltà di Architettura e all’Accademia di Belle Arti, studi che tuttavia non riuscì a concludere per via della guerra. Nel 1945 si trasferisce a Roma dove entra subito in contatto con i più fervidi movimenti culturali. Firma insieme ad altri giovani artisti il primo manifesto di Forma1, gruppo orientato ad un puro formalismo, che proponeva tuttavia un’astrazione ancora di influenza post cubista. Presto abbandonò però l’astrattismo per tornare ad una sua personale vocazione figurativa. I frequenti seppur brevi soggiorni in Sicilia e l’attività politica all’interno del PCI, orientano la sua pittura verso tematiche di esplicito interesse civile e verso una figurazione di impronta espressionista, impegnata sul piano ideologico. Partecipa alla XXVI e XXVII Biennale di Venezia, collabora al giornale Città aperta e nel ’61 fonda il gruppo il Pro e il Contro. Verso la fine degli anni ‘60, decennio durante il quale prese parte a numerose mostre internazionali, ha inizio un periodo di poliedrica attività artistica che porterà Attardi a dedicarsi con passione al campo dell’incisione, della scultura e della letteratura. Frutto di tale ricerca è, da una parte, il romanzo L’Erede selvaggio, vincitore nel 1971 del Premio Viareggio, e dall’altra, la serie di statue, bassorilievi e grandiosi gruppi scultorei, in bronzo ed in legno, che caratterizzeranno fortemente l’attività dell’artista. Da questi anni si avvia inoltre, sia nell’opera pittorica che in quella scultorea, un rilevante arricchimento tematico: alle più trattate questioni sociali si aggiungono temi quali la conquista, la sopraffazione, il viaggio, l’eros e la violenza.
L’attività di Attardi ha ottenuto negli anni numerosi riconoscimenti: tra questi la laurea Honoris causa conferita dall’Università degli Studi di Palermo e la manifestazione, con un balletto ispirato alle sue sculture, che il centro Pompidou gli dedicò nel 1983. Le sue opere sono oggi ospitate nei musei e nelle piazze delle principali città del mondo. Ricordiamo, solo per citarne alcune, i grandi gruppi scultorei L’arrivo di Pizarro e Il ritorno di Cristobal Colon, i bassorilievi L’addio a Che Guevara e Per la libertà e le monumentali Il Vascello della Rivoluzione, collocata presso il palazzo dello Sport a Roma, l’Ulisse nel Battery Park a New York, Nelle Americhe, in Piazza Tucumán a Buenos Aires e l’Enea, collocato sul porto de La Valletta, in occasione dell’entrata di Malta nell’Unione Europea.