Purificato nasce a Fondi nel 1915. Nel ‘34 si trasferisce a Roma dove stringe subito rapporti con i più vivaci artisti del tempo. Particolarmente colpito ed influenzato da Cagli e Mafai, si inserisce attivamente nella cosiddetta Scuola Romana e nel ‘36 espone per la prima volta in una collettiva alla galleria La Cometa. Una delle tele presentate è I tre Cavalieri, opera dall’impianto classico e dall’immediata leggibilità che tuttavia manifesta anche una certa suggestione evocativa, espressione di un linguaggio realistico ed insieme misterioso che rimarrà costante nella produzione dell’artista. La sua adesione al Neorealismo sarà infatti portata avanti in maniera critica e personale esaltando in molti casi l’attaccamento alla sua agreste terra natia. Nel corso degli anni ‘40 adotterà quindi una pittura materica e corposa, indirizzandosi verso un espressionismo più maturo, forte e drammatico.
Intensa è la sua attività espositiva: partecipa a diverse mostre sindacali, vincendo nel ‘41 il primo premio per giovani artisti, espone nelle Quadriennali romane e Biennali di Venezia, prende parte ad importanti mostre all’estero e allestisce numerose personali, fino alle storiche antologiche di Milano (1974) e Roma (1983). Partecipa inoltre alla Libera Associazione Arti Figurative ed aderisce al Fronte Nuovo delle Arti. Nel ‘51 la giuria della Mostra per la Pace, presieduta da Togliatti, assegna a I ragazzi di Tormarancio il primo premio. Si tratta probabilmente dell’opera più celebre di Purificato nel capo del realismo socialmente impegnato Il quadro tuttavia non risponde ad un piatto e propagandistico realismo socialista, è infatti privo di enfasi ed esprime una sincera partecipazione dell’autore.
Nel corso degli anni ‘70 Purificato si distacca progressivamente da tale impegno sociale, indirizzandosi verso tematiche di più intenso spessore psicologico ed allegorico. Esemplare in questo senso è La morte di Pulcinella all’assedio di Gaeta, grande affresco del 1975 in cui si fondono storia e leggenda, festa e destino tragico.
Ad una attività propriamente artistica, Purificato associa nel corso degli anni un’intensa produzione critica e letteraria. Pubblica numerosi saggi sulla pittura, una commedia ed un romanzo autobiografico; collabora inoltre a vari giornali e riviste d’arte. Dal ‘40 al ‘43 è redattore della rivista Cinema. Proprio del rapporto tra quest’ultimo medium e la pittura Purificato fa una costante della sua ricerca, fino a curare numerose ed importanti scenografie televisive, teatrali e cinematografiche. Dal 1956 è quindi redattore del mensile d’arte La Figura e dal ‘72 al ‘80 direttore dell’Accademia di Brera.