L’artista, nato in Sicilia e trasferitosi a Roma negli anni Venti, studia presso l’Accademia di Belle Arti e partecipa alla vivace vita culturale della capitale, dove entra subito in contatto con gli artisti della scuola romana: Mafai, Omiccioli, Fazzini e Gentilizi. Stringe inoltre amicizia anche con Sarra, Guttuso e Fellini.
Per cinquant’anni lavora presso il suo studio in via Margutta, dove realizzò le sue opere scultoree più importanti. In queste egli cerca l’essenzialità delle forme e dei volumi, il senso misterioso del movimento e la sobrietà nella formula espressiva: “un poeta che non descrive, ma evoca le cose” attraverso sculture e bassorilievi.
Realizza opere pubbliche in diverse città italiane, come la Fontana Centauri e l’Atleta per il Foro Italico (1940), il Monumento al prigioniero politico ignoto a Firenze (1953), o ancora a Venezia il portale in pietra grigia d’Istria, per la stazione di Santa Lucia (1956). La sua produzione conta anche opere religiose: la statua in marmo dell’Assunta nella Cattedrale di Messina (1947) e Il Battesimo di Gesù per la chiesa di San Gregorio a Roma (1962).
Care alla sua arte sono le figure femminili, che ritornano in maniera massiccia anche nella raffigurazione pittorica, un’espressione artistica che Rubino scopre nei suoi ultimi anni di attività e in cui utilizza un linguaggio figurativo fresco e vitale.
Partecipa a diverse edizioni della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma. Oltre ad aver allestito una serie di personali in Italia, espone in Turchia, Grecia ed Egitto. Nel 1958, inoltre, vince il primo premio alla Rassegna di Arti Figurative di Roma e del Lazio.
Rubino realizza per l’Inps bassorilievi, oltre che nella sede della Direzione Generale di Roma, anche nelle sedi di Lecce e Campobasso, e partecipa con due figure alla mostra-concorso indetta dall’Inps nel 1963 al Palazzo delle Esposizioni.