Autodidatta, si avvicina alla pittura nel clima della Scuola romana, esordendo a Roma nel 1940 in una collettiva presso la Galleria di Roma. Negli anni immediatamente successivi prende parte a diverse manifestazioni fra cui, nel 1941, il Premio Bergamo (dove ottiene il secondo premio con una natura morta), nel 1942 la X Mostra del Sindacato belle arti del Lazio e la LIV Mostra della Galleria di Roma (insieme con Gentilini, Monti, Stradone e Mazzacurati) e, nel 1943, la IV Quadriennale. Attivo durante la guerra negli ambienti antifascisti, nel 1944 è fra gli espositori della storica mostra L’Arte contro la barbarie promossa da "L’Unità" (partecipando nel 1951 anche alla seconda edizione della manifestazione) e nel 1945 è fra i membri del comitato promotore del "1° Congresso democratico delle arti figurative", presieduto da Lionello Venturi. Profondamente coinvolto nel dibattito del dopoguerra, in questi anni il suo impegno politico e la scelta di un realismo dalle forti implicazioni sociali che caratterizza parte della sua produzione lo vede su posizioni non distanti da quelle di altri neorealisti italiani vicini al PCI. Parallelamente, tuttavia, continua a coltivare la sua propensione per una tavolozza vivace e spigliata e una figurazione di matrice espressionista in numerosi ritratti e paesaggi come, ad esempio, Terrazza verso San Pietro, dipinto nel 1946 per la celebre "Collezione Roma" di Cesare Zavattini.
AI 1953 risale la sua prima personale alla Galleria San Marco di Roma.
Dal 1948 al ’60 prende, parte con regolarità alle Quadriennali, partecipando inoltre a diverse altre esposizioni fra cui varie edizioni della Rassegna delle arti figurative di Roma e del Lazio (1958, ’65, ’68). Dalla fine degli anni Cinquanta, in seguito a una profonda crisi, si orienta verso un astrattismo di matrice informale, presentando gli esiti di questa nuova fase della propria ricerca nelle due ultime personali tenutesi a Roma.