Dopo aver vissuto per un periodo in Francia, dove comincia a dipingere, nel 1943 si stabilisce a Roma. Attivamente coinvolto negli ambienti intellettuali di sinistra, partecipa al dibattito artistico del dopoguerra, indirizzandosi verso una figurazione di impronta realista che tradisce, inizialmente, l’influenza di Guttuso.
Dopo aver esordito nel 1949 con una personale alla Galleria L’Étoile di Bruxelles, nel 1950 partecipa alla Mostra del Concorso per l’illustrazione del libro alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, dove si aggiudica il secondo premio e, successivamente, a varie collettive organizzate dal PCI, quali L’Arte contro la barbarie (Roma, 1951) e I contadini e la pittura italiana contemporanea (Bologna, 1952). Fedele alla sua scelta di una pittura di orientamento neorealista, nel ’54 tiene la sua prima personale a Roma (Galleria San Marco), esponendovi ritratti di contadini, operai, intellettuali, paesaggi urbani e qualche natura morta. Nel 1955 partecipa all’VIII Premio Suzzara e alla VII Quadriennale di Roma, e nel ’56 espone tre opere alla XXVIII Biennale di Venezia (Maternità, 1955; I maggio in campagna, 1955-’56; La città si espande, 1956).
Negli anni successivi, mentre la sua pittura evidenzia una crescente tensione espressionista, tiene personali in varie città italiane. Verso la metà degli anni Sessanta si orienta verso un linguaggio astratto-espressionista, come testimoniato dalle opere esposte nel 1965 nella personale presso la Galleria Le Creuset di Bruxelles, dov’è presentato da Argan. Fra il 1960 e il ’65 lavora anche come restauratore presso la Camera dei Deputati, attività a cui si dedica in modo continuativo a partire dai primi anni Settanta, successivamente al suo trasferimento a Londra.