Studia pittura all’Accademia di Francia a Roma e alla Scuola d’Arte Ornamentale del Comune di Roma. La sua prima mostra personale risale al 1967: quadri sulla città nei suoi aspetti di alienante benessere, autostrade domenicali, week-end.
Pur entrando nella tendenza della figurazione oggettiva, Mulas possiede un linguaggio inconfondibile: è affascinato dalla metamorfosi e dalla qualità enigmatica del colore. La sua ottica di pittore, sembra avere una distaccata obiettività. Ma si tratta di una finta impassibilità, per non perdere un cenno, un attimo, un dettaglio.
Negli anni successivi, con il ciclo Occidente, sul maggio ’68, egli guarda con occhi fissi, senza batter ciglio, lo spettacolo della brutalità e del coraggio, dell’ossessione moderna e della rivolta. Ma il travertino delle scalinate di Valle Giulia è pietra di antiche arene e i poliziotti sono anche guerrieri con elmo e scudo.
Nel 1972, Mulas propone i risultati di una riflessione sulla violenza che permea la società e che è allevata nel privato, nel quotidiano, a cui ci si addomestica come ad un gioco, nell’indifferenza generale. Questa ricerca arriva nel 1978 all’opera Autoritratto-Identikit, esposta nel gennaio 1980 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
L’interesse a una natura che diventa sognata, simbolica, è approfondito nelle opere esposte a Roma nel 1985. (La montagna d’acqua, La nave di pietra, L’isola, etc.).Le sue opere sono il frutto di una paziente opera di ‘costruzione’ pittorica e luministica, dove le immagini emergono da luoghi lontani. Gli avvenimenti si fondono e vengono riportati alla luce tramite un fitto intrecciarsi di ramificazioni di memorie passate.
Nel 1989 gli viene conferito il “Premio Presidente della Repubblica” per la Pittura, dall’Accademia Nazionale di San Luca che lo nomina Accademico nel 2000.
Franco Mulas vive e lavora a Roma.