Considerato come uno degli artisti che ha contribuito al cambiamento dello scenario artistico partenopeo a partire dalla metà degli anni cinquanta, la sua opera è un discorso personalissimo, di grande impatto visivo ed emotivo. Pisani è un narratore, usa forme e colori per raccontare i fatti, le emozioni, e la sua vena, spesso dolorosa, si svela nella sua opera e ci coinvolge come nei sei pannelli della grande composizione “Tutte le case cadevano” realizzata nel 1980 dopo il terremoto in Irpinia, o in “Mio padre è un ingegnere e mia madre è morta” (1980) e ne “Il figlio” (1982).
Nei primi anni dipinge accostandosi al surreale con influenze della Pop Art, per ritornare alla pittura espressionista che si realizza, soprattutto, quando tocca i temi religiosi.
Allievo di Emilio Notte presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, partecipa alle Quadriennali di Roma (1960, 1964 e 1986), mentre nel 1983, dopo un breve periodo di tempo di insegnamento presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, viene allestita una mostra antologica presso Palazzo Dugnani a Milano. Dal 1984, insegna e poi dirige l’Accademia di Belle Arti di Napoli e proprio in questa città espone nel 1999 alle Scuderie di Palazzo Reale e nel 2003 a Castel dell’Ovo.
Le sue emozioni, i ricordi, le idee, i dolori emergono in frammenti nei suoi quadri, quasi un teatro nel quale l’artista è al tempo stesso palcoscenico, attore e pubblico, i temi dominanti nelle sue opere prendono corpo a partire dalla sua storia personale.