Toti Scialoja, il cui vero nome è Antonio, manifesta il suo talento artistico poliedrico molto presto sia nella pittura che nella poesia. L’inizio del suo percorso pittorico si caratterizza nell’adesione al linguaggio espressionista e cubista con una svolta, negli anni Cinquanta, che vede orientare le sue ricerche formali verso l’astrattismo che diventa la sua dimensione pittorica definitiva. Nel decennio ‘55-‘65 compie molti viaggi in America e Parigi dove vi soggiorna abitualmente e raggiunge una notevole fama internazionale. Frequenta importanti protagonisti dell’espressionismo astratto statunitense, diventando amico di Rothko e di de Kooning. Tra il 1950 e il 1964 partecipa a diverse edizioni della Biennale di Venezia e nel 1961 inizia la sua attività poetica portandola avanti parallelamente alla pittura. Scialoja svolge anche attività di docente e direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma, dove ebbe come allievi alcuni dei nomi più conosciuti dell’arte contemporanea italiana quali Ceroli e Pascali. Anche il teatro e la scrittura per l’infanzia sono esperienze che vedranno il pittore romano protagonista. Calvino, Manganelli, Porta ed Arbasino furono tra i primi scrittori che apprezzarono la sua attività poetica che porterà avanti fino ai suoi ultimi giorni di vita.