Dopo essersi formato presso la bottega del padre Basilio, pittore, incisore e ceramista, si iscrive all’Accademia di Belle Arti a Roma e completa la sua formazione con un viaggio a Parigi durato due anni. L’esperienza francese segna un cambiamento nelle sue opere con l’abbandono dei precedenti paesaggi affrontati in stile impressionista e un nuovo interesse per il divisionismo.
Ritornato nella terra natale sceglie di vivere e lavorare nella sua Pescara nello studio del padre, al contrario del fratello Michele che diviene più celebre grazie anche alle esperienze internazionali.
A sedici anni esordisce all’Esposizione Internazionale di Roma (1908) con una serie di paesaggi e partecipa con altre opere a Parigi e a Milano. Sperimenta diverse tecniche fra cui la litografia: Corteo nuziale esposto all’Esposizione Mondiale del libro a Lipsia attira il giudizio positivo della critica che gli riconosce l’abilità per la padronanza dei mezzi.
Lavora come decoratore nella sede del Banco di Napoli di Pescara e nella sala consiliare della Provincia dell’Aquila (1925).
Nella sua pittura si rivela attento osservatore del paesaggio natio cui s’ispira lavorando fra Pescara e Roseto. Opere come Pascolo nell’Abruzzo, La fonte, Vecchio Abruzzo, Donna all’aratro, Estate, esposti nelle Biennali a Venezia, rappresentano un esempio di questa vasta produzione. I momenti di vita abruzzese che colpiscono per il vivace colorismo delle vesti dei personaggi, sono affrontati in tutte le stagioni. Nel 1929 viene allestita a Bari la personale, presso le sale del Circolo Artistico di Palazzo Fizzarotti.
I paesaggi sono popolati da figure umane e animali domestici, composizioni di scene agresti dai colori vivi. Le stesse scene sono rappresentate anche nelle sue creazioni in ceramica (e maiolica), infatti, oltre ai dipinti a olio e ai disegni a pastello si cimenta anche in questa tecnica creando sia piccoli oggetti ornamentali, sia grandi pannelli. Cascella oltre alle varie edizioni della Biennale di Venezia, espone anche alle Quadriennali romane e alla I Mostra triennale delle Terre Italiane d’Oltremare (Napoli 1940).