L’amicizia che unisce Renato Guttuso e Corrado Alvaro nel dopoguerra è di particolare intensità in quanto intensamente coinvolti nel clima della ricostruzione postbellica. Nell’opera Guttuso raffigura la fisionomia dello scrittore, solitamente “complesso” e “ruvido”, in una posa rilassata creando un’immagine solida, con forti squadrature e dal colore denso e tirato, in linea con quel linguaggio portatore di soluzioni di sintesi postcubista tipico della pittura di quegli anni del pittore di Bagheria. Il dipinto proviene dal patrimonio della soppressa Cassa Nazionale Scrittori, probabilmente una donazione dello stesso Alvaro che ne fu fondatore, nel ’45, e presidente sino alla morte.