Nel marzo del 1948 Scarpitta partecipa alla Rassegna nazionale di arti figurative alla Galleria nazionale d’arte moderna, promossa dalla Quadriennale di Roma, esponendo una Bicicletta, un Carabiniere e una Natura morta riscuotendo critiche positive sulla stampa di settore.
Quando a metà degli anni Quaranta divampa la polemica tra i sostenitori dell’arte figurativa e del realismo socialista e i sostenitori dell’arte astratta e di avanguardia, Scarpitta ha già scelto la strada dell’autonomia, fuori dai gruppi e dagli schieramenti, ma chiaramente in sintonia con i secondi, a favore di un linguaggio nuovo.
Scodelle si comporta come un invito al vitalismo originario, come un’intransigenza del genere “natura morta” nella vita indipendente degli oggetti. La dimensione domestica della composizione non impedisce la riaffermazione della volontà e del dinamismo, della forza di energie spaziali in conflitto con la stasi, sulla quale hanno la meglio.
Dieci anni dopo, nel 1958, in una mostra alla Galleria La Tartaruga, Scarpitta esporrà le sue prime tele estroflesse e le prime bende in tensione: una rivoluzione nel panorama artistico italiano.