Figlio di uno scultore di origine siciliana, trasferitosi in California all’inizio del secolo, Scarpitta cresce a Hollywood dove compie gli studi secondari e si appassiona alle gare automobilistiche recandosi spesso al circuito di Los Angeles. Nel 1936 parte per l’Italia, si trasferisce a Roma dove frequenta l’Accademia di belle arti, diplomandosi nel 1940. Entra in contatto con Melli, Mafai, Cagli, Guttuso, e con alcuni pittori futuristi come Prampolini, Tato, Monachesi. Durante la guerra partecipa alla Resistenza come elemento di collegamento con l’esercito americano. Tornato a Roma, stringe amicizia con Consagra, Dorazio, Turcato, Natili ed Emilio Villa. Nel 1946 partecipa alla I Mostra del Sindacato provinciale delle arti figurative, e nel 1948 espone alla Rassegna nazionale di arti figurative promossa dalla Quadriennale.
L’anno seguente tiene la sua prima personale alla Galleria Chiurazzi, partecipa alle mostre annuali
dell’Art Club e nel 1951 espone alla mostra Arte astratta e concreta in Italia, organizzata dall’Age
d’Or e dall’Art Club alla Galleria nazionale d’arte moderna. Sempre del ’51 è la personale alla Galleria Il Pincio di Roma. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1952, nel ’56 e nel ’58. Alla Galleria La Tartaruga nel 1958 espone per la prima volta le tele estroflesse e i lavori con le bende di stoffa in tensione e conosce Leo Castelli che lo invita a esporre nella sua galleria di New York, nel gennaio del ’59. Da questa esposizione nasce un sodalizio con Castelli che ospiterà mostre personali e collettive nel decennio successivo.
Nel 1959 l’artista si trasferisce nuovamente negli Stati Uniti e all’inizio degli anni Sessanta, costruisce due auto da corsa con pezzi riutilizzati o da lui costruiti che espone nel 1965. Successivamente espone in numerose mostre collettive e personali in Europa e negli Stati Uniti. Nell’estate del 1985 realizza nel suo garage-studio di Baltimora un’auto da corsa perfettamente funzionante che parteciperà l’anno seguente a vere competizioni automobilistiche. Nel 1993 viene invitato nuovamente alla Biennale di Venezia con una sala personale.