Luigi Rossini fu l’ultimo dei grandi acquafortisti capitolini prima dell’avvento dei fotografi. Egli riempì il vuoto lasciato nell’ambito della veduta incisa dal trasferimento della calcografia del maestro Piranesi a Parigi.
Inseritosi nel mercato locale delle incisioni, pubblicò la monumentale opera Le Antichità romane, ossia raccolta delle più interessanti vedute di Roma antica, di cui questa acquaforte, intitolata erroneamente Veduta degl’avanzi della Casa Aurea di Nerone, fa parte. L’incisione raffigura infatti i resti antichi del Palatino, dove sorgeva la Domus Severiana, ovvero l’ampliamento della Domus Augustea eretto dall’imperatore Settimio Severo tra la fine del II e l’inizio del III secolo d. C.
Le rovine tagliano diagonalmente l’immagine, mentre sullo sfondo si apre una veduta della città moderna. Indubbiamente qui l’incisore fa propri gli insegnamenti del Piranesi, ad esempio per l’utilizzo del consueto rapporto fuori scala tra personaggi e architetture, limitando però la maestosità del modello piranesiano, a favore di una rappresentazione realistica delle antiche rovine di Roma. Rossini dimostra inoltre una grande sensibilità tonale e atmosferica resa attraverso un sapiente gioco di chiaroscuri.