La pittura di Alberto Gianquinto tende verso un lirismo evocativo e onirico, in cui gli oggetti prescelti, sempre privati ed intimi, sembrano introdurre una dimensione particolare di carattere affettivo-sensitiva. A partire dagli anni Sessanta, la sua produzione si caratterizza in particolare per l’elaborazione del narrato su un livello criptico, raggiunto soprattutto mediante un uso del colore libero e sfrangiato.
Nella litografia Paesaggio con pesciolino rosso l’artista procede per soluzioni ritmiche, “sfaldate” in senso espressionista, sulla base di influenze tardosoutiniane.
L’opera sembrerebbe accostarsi a prima vista alla corrente astrattista, ma in realtà l’ambiente è cadenzato per linee e piani geometrici, ottenuti grazie al procedere di Gianquinto mediante accentazioni cromatiche. Il blu di base, contrapposto al color ocra e all’unico segno rosso del pesce, esaltano e ravvivano il rapporto fra minimo e massimo della rappresentazione.