Luigi Rossini nasce a Ravenna nel 1790. Si trasferisce quindi a Bologna, dove diviene assistente del pittore d’ornato Antonio Basoli. Contemporaneamente segue i corsi all’Accademia di Belle Arti e vince il gran concorso di Alunnato in Roma nella sezione di Architettura. Raggiunge quindi l’Urbe all’inizio del 1814 e prende a visionare dal vero quegli edifici classici studiati nei testi di Vitruvio, Alberti, Palladio e Milizia. Caduto il Governo Napoleonico, finanziatore del pensionato annesso al gran concorso, ha inizio per Rossini un periodo di grandi difficoltà economiche, conclusosi con il ripristino della borsa di studio da parte di Antonio Canova. Terminati gli anni del pensionato riceve diverse commissioni come decoratore e, dallo stesso Canova, l’incarico di collaborare ai disegni per il tempio rotondo di Villa Silvestri ad Ancona. Esso costituisce una delle rare realizzazioni architettoniche del Rossini che, per mancanza di incarichi e una certa indisponibilità al compromesso, decide presto di dedicarsi all’arte dell’incisione, pubblicando in quarant’anni di attività più di mille rami. La prima raccolta risale al 1817 ed è intitolata Frontespizio delle Antichità di Roma, seguono Le Antichità Romane, ossia raccolta delle più interessanti vedute di Roma Antica e Le Antichità dei Contorni di Roma, ossia le più famose città del Lazio. Tra il ’27 e il ’29 pubblica I sette Colli di Roma Antica, opera in 33 volumi, di grande impegno storico-archeologico. Qui Rossini non si limita al rilievo e al disegno, ma fornisce anche una ricostruzione grafica del supposto stato originario dei monumenti. L’interesse per l’archeologia ed il restauro è evidente anche in Le antichità di Pompei, delineate sulle scoperte fatte sino a tutto il 1830. L’opera presenta vedute, piante, prospetti e dettagli dello stato di fatto dei monumenti, nonché proposte di restauro degli stessi. Le porte antiche e moderne del recinto di Roma del 1829 permette invece al Rossini di unire nella trattazione monumenti d’interesse archeologico con opere architettoniche più moderne, mentre con Gli archi trionfali, onorari e funebri del 1836, allarga il raggio d’indagine a tutto il territorio italiano, offrendo anche in questo caso vedute generali, dettagli ed ipotesi ricostruttive. Nel ’39 termina Viaggio Pittoresco da Roma a Napoli; seguono nel ’43 Scenografia degli interni delle più belle chiese e basiliche antiche di Roma e Scenografia di Roma moderna che, diversamente dalle raccolte precedenti offre immagini ad alto effetto scenografico, nelle quali i soggetti assumono valore in quanto nuclei caratterizzanti un particolare sito urbano. L’ultima fatica del Rossini è costituita dai primi 43 rami de I principali fori di Roma antica. La semi paralisi, dovuta allo sforzo nell’uso del bulino, lo portò infatti alla morte il 22 aprile del 1857. L’opera di Rossini ha goduto tra i contemporanei e negli anni successivi di una discreta fortuna, confermata dagli stessi titoli onorifici di cui Rossini è stato insignito in vita: socio d’onore dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica e della Pontificia Accademia Romana di Archeologia e accademico di merito dell’Accademia di San Luca e della Reale Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, solo per citare i più rilevanti.