La tela di Giovanni Omiccioli rientra in una serie di dipinti avviata dall’artista alla fine degli anni Sessanta e dedicata alle spiagge e ai paesaggi del litorale romano. Tale serie diviene presto molto popolare, decretando un nuovo ritorno di Omiccioli sul mercato dell’arte contemporanea italiana. Si tratta di piccole tranches de vie, di luoghi familiari all’artista, di vacanza e di riposo, che divengono emblemi di una nuova visionarietà, tutta giocata sulla pennellata tenue e sul tratto leggero. Caratteristica comune, qui particolarmente evidente, è inoltre lo sfaldamento dei piani rappresentati, mediante l’uso di un colore contrastato dal tono su tono.
L’artista è solito abbinare ai dipinti “delicate frasi estrapolate dal vivere quotidiano”, come lui stesso definisce i versi di poesia che accompagnano, come in questo caso, le sue opere. Il paesaggio qui introdotto propone probabilmente una veduta dal basso di Ceri, antico borgo adagiato su un altopiano tufaceo, a poca distanza da Cerveteri, dove l’artista amava dipingere nei momenti di quiete e distacco dal caos cittadino della capitale.