L’opera, realizzata nel 1963 da Enrico Paulucci, rispecchia l’evoluzione stlistico-formale avviata dall’artista già dagli anni Cinquanta e indirizzata verso una pittura giocata interamente sulla contrapposizione dei colori, dove l’idea del soggetto rappresentato, ormai privo di caratteri distintivi, è data dal semplice accostamento di tacche cromatiche e di segni. La tela, intitolata Paesaggio ed esposta presso la sala XLII del Palazzo delle Esposizioni di Roma nel corso della Mostra Concorso di Arti Figurative, Istituto Nazionale Previdenza Sociale del 1963, nonostante il titolo illustrativo, fa parte della serie aniconica di Paolucci elaborata mediante un segno concreto, rafforzato dal valore espressivo del tono-colore. I contrasti delle varie tonalità di blu, colore dominante della pittura di Paulucci, in contrapposizione con i minimali segni rossi, allontanano qui ogni possibile riferimento gestaltico a di espressionismo astratto. Difatti dal 1952 l’artista prende parte al Gruppo degli Otto di Lionello Venturi, sviluppando una ricerca di tipo astratto-informale, in cui comunque restano presenti riferimenti naturalistici.