Definitivamente accantonata, per ragioni fisionomiche, l’inverosimile identificazione del personaggio con Giacomo I Stuart, resta tuttora ardua l’esatta individuazione dell’effigiato, sebbene la presenza del Toson d’oro renda plausibile l’ipotesi, proposta da Pietrangeli, che possa trattarsi di Francesco III Colonna (1571-1636).
Stagliato su un fondo uniforme, il personaggio viene rappresentato secondo la formula ritrattistica, ieratica e severa, propria della scuola fiamminga. L’abilità dell’artista nell’ottenere un risultato di forte veridicità, grazie all’uso delle qualità cromatiche e luministiche del colore si riscontra in particolare nella ricca armatura e nella gorgiera, accessorio simbolo del privilegio nobiliare.
La minuziosa descrizione dell’armatura e degli accessori rientra nella tipologia ritrattistica internazionale del XVI secolo e risponde all’esigenza di celebrazione sociale dell’effigiato. In tal senso va letta l’evidenza riservata al collare dell’Ordine del Toson d’oro, onorificenza conferita ai membri delle principali famiglie sovrane, in particolare agli Asburgo d’Austria e di Spagna.
La tela è riconducibile ad un seguace di Frans Pourbus il Giovane (1569-1622) e probabilmente concepita come pendant del Ritratto di gentildonna. Corrispondono infatti lo stile, l’estrema accuratezza pittorica, l’impianto compositivo. nonché le misure delle due tele, entrambe in origine inserite in cornici ovali.