La serie dei “lavoratori”, di cui fanno parte questi due ritratti, è un fondamentale leitmotiv interpretativo della pittura di Purificato. L’adesione dell’artista al Realismo, dagli anni Quaranta in poi, lo conduce a rafforzare la portata di protesta sociale e perciò politica della sua pittura, affrontando prima di tutto la raffigurazione degli umili, dei lavoratori e per l’appunto dei contadini.
Purificato si ispira a soggetti desunti dalla realtà quotidiana: gente del popolo, figure, scene di campagna e paesaggi che lo pongono sullo stesso rilievo critico delle coeve opere di Guttuso, Omiccioli e Ziveri.
Il contorno duro e sottile e l’assolvimento del tratto cromatico, in puro stile espressionista, segnano anche la successiva produzione artistica di Purificato. La fisionomica della figura rappresenta un altro elemento tipico dell’artista che, nel corso della sua carriera, va rafforzando il proprio segno riprendendo le simmetrie e i corpi dipinti da Van Gogh, in quello che la critica definisce “periodo scuro”. In più Purificato aggiunge una valenza sociologica che non ha niente di romantico, ma che anzi tende a porre sempre più in evidenza la situazione di emarginazione e sfruttamento del mondo contadino contemporaneo.