Biseo nasce a Roma nel 1843. Figlio e nipote di artisti, è indirizzato dal padre, Giovanni Battista, ad una pittura di gusto classicheggiante che tuttavia abbandona presto per abbracciare il linguaggio verista, di cui rifiuta però qualunque accento retorico o sentimentale. Notevole nella decorazione e nel disegno, si dedica con particolare fortuna anche all’incisione e all’acquerello. La sua intera produzione artistica è caratterizzata da due forti interessi tematici: l’Africa e Roma.
Il primo impatto con la terra africana avviene intorno al 1870 quando il Vicerè d’Egitto lo invita ad Alessandria per decorare il suo palazzo ed alcuni edifici pubblici. Biseo si sposta quindi al Cairo dove, in occasione dei festeggiamenti per l’apertura del Canale di Suez, decora il nuovo Teatro dell’Opera. Quattro anni dopo partecipa con il pittore Stefano Ussi e l’amico Edmundo De Amicis alla prima ambasciata italiana in Marocco. I numerosi schizzi raccolti serviranno da modello per le illustrazioni del libro di De Amicis edito a Milano nel 1877 con il titolo Marocco. La collaborazione con lo scrittore ligure prosegue l’anno successivo con il viaggio a Costantinopoli e l’illustrazione della relativa opera letteraria. Gli scenari e le atmosfere del mondo arabo caratterizzano gran parte della produzione di Biseo e riscuotono un discreto interesse di critica e pubblico. Partecipa con tele di soggetto africano all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Napoli (1877), quindi all’Esposizione di Belle Arti di Roma e all’Esposizione generale italiana di arte contemporanea a Torino (1884).
Stanziatosi nuovamente nella capitale si dedica con passione ad illustrarne scorci e situazioni, acquisendo per la Roma umbertina quel ruolo di cronista di tipi, scene e vicende, che Pinelli aveva assunto nel secolo precedente. Ogni situazione e persona è per lui uno stimolo al disegno. Testimonia così, senza mai cadere nella caricatura, i più svariati contesti culturali, artistici e sociali. Biseo si interessa inoltre alle opere del Piranesi: nella Calcografia Nazionale di Roma sono infatti conservati tre rami con vedute di rovine e scavi che rivelano uno studio meditato e rielaborato del celebre incisore. Il Palatino in particolare compare spesso nelle opere del Biseo: al colle in questione è dedicata, tra le altre opere, l’acquaforte esposta a Roma nel 1895 e alcuni disegni esposti alla VI Biennale di Venezia nel 1905.
Membro della società In arte libertas è tra i fondatori nel 1904 dell’associazione dei Venticinque della Campagna romana.