Andrea Sacchi nasce nel 1599 a Nettuno. A detta del Bellori fu introdotto dal padre alla bottega del Cavalier d’Arpino, che lo indirizzò allo studio di Raffaello e dell’arte antica. Studiò successivamente con Francesco Albani, grazie al quale si avvicinò alla pittura emiliana e all’ambiente carraccesco. A Roma lavorò ben presto per uno dei committenti più illustri dell’epoca: il Cardinal del Monte, per il quale realizzò un grande affresco ora distrutto. Tramite il cardinale ottenne nel 1626 la commissione, per la basilica di San Pietro, de Il miracolo di San Gregorio, una tra le opere più apprezzate del Sacchi, che testimonia il forte interesse dell’artista per la pittura veneta e tizianesca in particolare, di cui riprende la composizione semplice ed il colorito caldo. Determinante fu quindi la protezione del cardinal Berberini e della sua cerchia. Per Taddeo dipinse l’Allegoria della Divina Sapienza in Palazzo Barberini. La decorazione, che con sobrietà glorifica la famiglia papale, rappresenterebbe la disposizione stellare nel giorno della salita al soglio pontificio di Maffeo Barberini, papa Urbano VIII. L’affresco costituisce un esempio di moderazione classica nel campo della grande decorazione e anche per questo il Sacchi è spesso contrapposto a Pietro da Cortona, che più o meno contemporaneamente lavorava alla volta del salone dello stesso Palazzo Barberini. Da una parte il trionfo del colore, il senso di meraviglia, il concitato tumulto di membra e drappi, dall’altra la decisiva importanza attribuita dal Sacchi al disegno, la riduzione nel numero delle figure e la disposizione accademica delle stesse. Non può essere negata tuttavia una vicinanza, per soluzione compositiva, alle contemporanee opere barocche: la decorazione occupa infatti l’intera volta architettonica e si sovrappone ad essa fingendo uno spazio visivamente aperto.
Tra le opere più celebri dell’artista ricordiamo: il Miracolo di San Giorgio a San Pietro, il Transito di S. Anna in S. Carlo ai Catinari, il Miracolo di S. Antonio, sempre a Roma, nella Chiesa dei Cappuccini, il Noè ebbro oggi a Berlino, un gruppo di tele per il Battistero Lateranense, di cui curò i lavori di ridecorazione, e la Visione di San Romualdo, opera, quest’ultima di sublime composizione e gusto neoveneto. Oltre alle opere religiose, ritenute da molti tra le più nobili del Seicento romano, di mano dell’artista sono numerosi ritratti di rara penetrazione psicologica. L’insegnamento di Andrea Sacchi fu essenziale per Carlo Maratta, il Moli e numerosi altri allievi. Tra questi il Naldini gli dedicó un monumento funebre in S. Giovanni in Laterano.