Frequenta a Venezia il Liceo artistico e la Scuola libera del nudo, e dopo un periodo trascorso a Milano si trasferisce a Roma nel 1943. A quella data ha già partecipato alla Biennale di Venezia del ’42 ed espone alla IV Quadriennale nel ’43. Nel 1945 a Roma aderisce all’Art Club di Prampolini, partecipando alla prima mostra, nel 1946 sottoscrive il manifesto della Nuova secessione artistica italiana, e l’anno successivo è tra i fondatori di Forma 1.
Nel 1948 partecipa alla Biennale di Venezia nello schieramento del Fronte nuovo delle arti e quindi entra a far parte del Gruppo degli Otto sostenuto da Lionello Venturi. Risalgono al periodo del Fronte i cicli Rovine di Varsavia , opere in cui le figure tendono via via a trasformarsi in griglie lineari che, verso la fine degli anni Cinquanta, si aprono in grandi stesure cromatiche totalmente libere.
Partecipa a tutte le Biennali di Venezia dal 1952 al 1958, in quest’ultima edizione con una sala personale. La superficie pittorica di Turcato si arricchisce in molti casi di innesti polimaterici (come
nelle tele catramate e sabbiate), in uno sperimentalismo che trova i suoi ascendenti nelle avanguardie storiche. Dalla fine degli anni Cinquanta l’attività espositiva si fa sempre più fervida in Italia e all’estero. Nel 1966 vince il Premio della Quadriennale e partecipa con una sala personale alla Biennale di Venezia, esponendo per la prima volta le Gommepiume. Torna nuovamente alla Biennale nel 72 con una sala personale dove espone Le Oceaniche.
Nei primi anni Settanta inizia la sua ricerca sui colori Oltre lo spettro. Tra le mostre antologiche dedicate all’artista si ricordano quella di Spoleto nel 73, al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 74, alla Pinacoteca di Ravenna nell"82, al Padiglione d’arte contemporanea di Milano nel 1984, alla Staatsgalerie Monaco di Baviera nel 1985, alla Galleria nazionale d’arte moderna nell’86 e a Ca’ Pesaro a Venezia nel 1990. Gli sono state dedicate, inoltre, due antologiche postume: alla Galleria civica di Modena insieme al Palazzo della’ Ragione di Mantova nel 1998 e al Museo d’arte moderna di Pescara nel 2007.