Dopo aver studiato all’Accademia di belle arti di Palermo, nel 1944 si trasferisce a Roma. Qui modella figure in gesso e cera prima nello studio di Mazzacurati, poi in quello di Guttuso, dove conosce i giovani artisti Dorazio, Turcato, Perilli, e la Accardi con cui redigerà il manifesto di Forma 1, nel marzo del ’47.
Già dal primo dopoguerra, Consagra passa dalla produzione di sculture filiformi e longitudinali (i Totem) a quelle frontali, che lo hanno reso inconfondibile nell’ambito della scultura contemporanea. Questa scelta singolare della frontalità si manifesta già dal 1948 con sculture dello spessore di due centimetri e trova una conferma nei primi Colloqui del 1952, sculture ’piatte’, visibili solo da un punto di vista.
Nel 1960, con una sala personale alla Biennale di Venezia, vince il Gran premio internazionale per la scultura. La ricerca sulla bidimensionalità e sulle qualità espressive dello spessore prosegue giungendo nel 1968 alla produzione delle Sottilissime, sculture di due decimi di millimetro, che conferiscono alla scultura una dimensione di trasparenza mai raggiunta prima nell’arte plastica.
Nel 1968, dopo un soggiorno di un anno in America, l’artista introdurrà la bifrontalità, che porterà alla produzione di sculture in marmo, acciaio e bronzo dove l’immagine si ripete su due fronti. Dal 1972 il colore acquista un ruolo primario nella sua produzione plastica e nello stesso anno l’artista parteciperà alla Biennale di Venezia con una sala personale.