Nato nel 1906 a Cortona, all’età di 17 anni si trasferisce con la famiglia a Rapallo. La cittadina influenzerà profondamente l’artista, nelle cui opere compaiono spesso come protagonisti la luce, il mare e i colori del paesaggio ligure, e sarà successivamente teatro di importanti frequentazioni tra cui Oscar Kokoschka, Moses Levy, Enrico Paolucci ed Ezra Pound. Monti studia quindi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, seguendo il corso di pittura di Felice Carena e, terminati gli studi, si trasferisce a Roma dove stringe presto amicizia con Cipriano Efisio Oppo, allora segretario generale del Sindacato Fascista di Belle Arti del Lazio e della Quadriennale di Roma. Su suo incitamento partecipa alla II Internazionale del Lazio e lo assiste nell’organizzazione della I Quadriennale d’Arte di Roma. In questa occasione espone due oli, un disegno ed un acquerello e ha modo di conoscere Emanuele Cavalli e Giuseppe Capogrossi, insieme al quale sviluppa la corrente artistica del Tonalismo romano, che intendeva conferire al colore la massima funzione oggettiva affidandogli una funzione di determinante plastica.
Partecipa a numerose Sindacali e Quadriennali romane, allestisce personali alla Galleria La Cometa di Roma e alla Galleria della Zecca di Firenze e, insieme all’architetto Vinicio Paladino, realizza due decorazioni murali fotografiche, plastiche e pittoriche per la Mostra Nazionale del Tessile di Roma.
Nel 1940 partecipa alla mostra Squadristi – Antemarcia – Legionari – Fiumani, sempre a Roma. In questa occasione una sua natura morta viene acquistata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, che più tardi acquisirà anche Donna che beve in una tazza di tè. Nel 1948 diviene membro dell’Art Club ed espone alla Biennale di Venezia, manifestazione a cui parteciperà ininterrottamente fino al 1954. Sempre nel 1948, in opposizione alle dilaganti correnti astrattiste, fonda un nuovo movimento con Pirandello, Stradone, Purificato, Omiccioli, Greco, Tamburi, Gentilizi e Viveri, presentandosi insieme alla Galleria Giosi di Roma. Dopo una fase fauve e neocubista, nella seconda metà degli anni ’50 si converte tuttavia ad una pittura astratta, materica e gestuale, rifacendosi alle contemporanee esperienze informali e allo stile astratto-geometrico delle premesse costruttiviste. Tale nuova produzione verrà esposta nel 1969 presso la Galleria Il Cerchio di Roma, in una mostra presentata tra gli altri da Giulio Carlo Argan.
Lungo la carriera dell’artista, intensa è anche la produzione di vasti complessi di vetrate. Si ricordano in particolare quelli collocati a Roma in Santa Prassede, Santa Maria delle Mercede, San Giovanni Bosco e a Cagliari in Santa Caterina.
Nel 1967 Monti viene nominato docente all’Accademia di Belle Arti di Roma ed affianca all’attività pittorica e didattica, avviata nel 1940 in un liceo artistico di Roma, quella di promotore culturale, ricoprendo, fin dalla metà degli anni Cinquanta, diverse cariche nelle commissioni più prestigiose: Biennale di Venezia, Quadriennale di Roma e Consiglio Nazionale dell’Istruzione Artistica. Nel 1982 dispone una vasta antologica all’Ente Premi di Roma e nel 1989 espone presso la Galleria Incontro d’Arte una selezione di oli, tempere e disegni presentati da Maurizio Fagiolo.