Giovanni Francesco Romanelli nasce a Viterbo nel 1610. Giunge già molto giovane a Roma dove, dopo essere stato presente nello studio del Domenichino, inizia a lavorare attivamente nella bottega di Pietro da Cortona, in particolare alla realizzazione della decorazione pittorica di Palazzo Barberini. Pietro da Cortona e i suoi aiutanti tra cui Raffaello Bottalla, Pietro Paolo Baldini e appunto il giovane Romanelli, iniziano a lavorare alla grande commissione di papa Urbano VIII, Maffeo Barberini, già all’inizio degli anni ’30. L’affresco, che costituisce la principale opera del maestro cortonese, interessa il soffitto del salone centrale del palazzo e rappresenta Il Trionfo della Divina Provvidenza. Il cantiere prosegue dal 1633 al 1639 e dà vita a quella che può essere definita l’opera principe della grande stagione del Barocco romano, un’opera grandiosa, in cui trionfa il colore e l’illusione prospettica. Il Romanelli dunque si forma appena ventenne in uno dei più importanti cantieri romani; questo gli permette di entrare in contatto con la famiglia Barberini e soprattutto con il cardinale nepote, Francesco, che per tutta la vita sarà suo mecenate e protettore. Con il cardinale Barberini compie un primo viaggio a Parigi e grazie a lui ottiene nel 1644 la commissione della decorazione di alcune storie dalle Metamorfosi di Ovidio nel palazzo del cardinal Mazzarino. Durante un secondo viaggio in Francia nel 1655, esegue la prestigiosa decorazione degli appartamenti della regina Anna D’Austria, madre di Luigi XIV, nel Palazzo del Louvre. Anche se la sua formazione avviene nel grande cantiere di Pietro da Cortona, grazie ai precedenti e continui contatti con gli emiliani, lo stile del Romanelli si distende e si orienta verso un più equilibrato classicismo. A Roma nella sacrestia di Santa Maria dell’Anima si conserva l’affresco dell’Assunta datato tra il 1636 e il 1638 e la decorazione della Sala della Contessa Matilde nei Palazzi Vaticani, eseguita tra il 1637 e il 1642. Per il cardinale Barberini il Romanelli esegue inoltre molti cartoni per arazzi, alcuni dei quali sono oggi conservati a Palazzo Venezia a Roma e a Villa Lante a Bagnaia. Ancora a Roma si ricorda la pala della Madonna del Rosario del 1652 conservata nella chiesa dei santi Domenico e Sisto.