Pietro Novelli, pittore e architetto, nasce a Monreale in provincia di Palermo nel 1603. Si forma dapprima con il padre, pittore e mosaicista e, ancora molto giovane si trasferisce a Palermo, dove è allievo del matematico Carlo Maria Ventimiglia, con il quale approfondirà gli studi di prospettiva e di composizione architettonica. Nel 1624, giunge a Palermo, presso la corte del vicerè Emanuele Filiberto di Savoia, Anton Van Dyck, il cui linguaggio contribuì a rinnovare l’arte del seicento siciliano con i suoi molteplici apporti fiamminghi, rubenesiani, veneti e toscani. Il ventenne Novelli è attratto da subito dal linguaggio del pittore fiammingo e lo assimila rapidamente.
La prima opera documentata dell’artista siciliano è l’affresco eseguito nel 1629 per il refettorio del convento di San Martino delle Scale, raffigurante Daniele nella fossa dei leoni, il cui ricco colorito e l’arditezza dello scorcio prospettico fanno del Novelli un artista, a questa data, già maturo e formato. Al 1630 risale la tela con l’Apparizione della Madonna a S.Andrea Corsini per la chiesa del Carmine a Palermo e allo stesso periodo si data l’esecuzione dell’affresco nell’Oratorio del Rosario in S.Domenico, il medesimo oratorio a cui Van Dyck, fuggito dalla Sicilia per l’epidemia di peste, aveva spedito nel 1628 la pala con La Madonna del Rosario. In questi anni si colloca verosimilmente, sempre per motivi di aggiornamento artistico, un presunto viaggio del siciliano a Roma e a Napoli. Il soggiorno nella città partenopea in particolare si rivela signicativo soprattutto grazie all’incontro con Ribera, Velázquez e gli emiliani Domenichino e Lanfranco. Nel 1633 il Novelli è di nuovo in Sicilia, impegnato sia a Monreale che a Palermo in commissioni chiesistiche. Nel 1637 riceve l’importante commissione della decorazione del Palazzo Reale di Palermo dove lavora in alcune stanze private e nella Cappella dei Vicerè, completando nel 1640 gli affreschi con le storie di San Francesco e Sant’Antonio da Padova. Dal 1641 si interessa a Piana degli Albanesi dove affresca l’abside della cattedrale di San Demetrio con il ciclo L’Eterno padre partecipe della resurrezione di Cristo e le testimonianze evangeliche e dottrinali della chiesa latina e greca e si occupa dell’esecuzione del modello per la nuova chiesa di Santa Maria di Odigitria di cui dirige i lavori. All’apice della sua carriera, nel 1643, il vicerè Giovanni Alfonso Enriquez gli conferisce la carica di Architetto del Regno. La sua ultima opera documentata, Lo sposalizio della Vergine del 1647, risale all’anno stesso della sua morte, avvenuta prematuramente a Palermo per una ferita ricevuta durante una rivolta cittadina.