Gaspard Dughet, uno dei maggiori pittori paesaggisti attivi nel Seicento, nasce a Roma da padre francese e madre italiana e si forma dal 1631 al 1633 nella bottega del cognato Nicolas Poussin.
Esordisce orientando la sua pittura in senso classicista, sulla scia del maestro che utilizza il paesaggio come sfondo dei racconti mitologici e storici. Col passare degli anni però, si stacca dalla visione classica e matura una sorta di romantico naturalismo fatto di trasparenze atmosferiche e del variare della luce a seconda delle ore e delle stagioni. Nelle sue rappresentazioni dimostra una predilezione per una natura incontaminata, fitta di vegetazione, con rare architetture, piccole figure, ritratte con spontaneità e un gusto pittoresco.
Negli anni Quaranta il linguaggio di Dughet si fa ancora più personale e le composizioni più equilibrate, con un’attenzione maggiore agli effetti luministici e cromatici. A testimoniarlo è l’importante ciclo di affreschi denominato Paesaggi con eremiti e storie bibliche in San Martino a Monti (1645/6 – 1651). E’ il primo ad usare la tecnica ad affresco nella rappresentazione di questo genere utilizzando ampi spazi per vedute panoramiche all’interno della chiesa: un nuovo modo di decorare che ripeterà in altre chiese e palazzi. La continua ricerca di accenti espressivi e pittoreschi, consente alle sue rappresentazioni effetti spettacolari e una spazialità infinita, assimilando così il nuovo spirito barocco.
Subito dopo gli affreschi di San Martino, entra nella committenza delle più importanti famiglie romane iniziando da Innocenzo X e i Pamphilj, per i quali affrescò una delle sale d’ingresso al piano nobile del palazzo in piazza Navona (1650-51), oltre a sette grandi tele per il palazzo al Collegio Romano. In Paesaggio con ponte Lucano eseguito sempre per la stessa committenza, considerato uno dei maggiori capolavori dell’artista, si nota, rispetto alle opere del passato, una semplificazione descrittiva a vantaggio della monumentalità degli elementi architettonici e naturali.
I paesaggi eseguiti nel palazzo a Valmontone nel 1658, sempre per Camillo Pamphilj, segnano l’apice della sua maturità artistica.
Fra il 1656 e il 1657 collabora con Lazzaro Baldi e Filippo Lauri nelle scene del Vecchio Testamento nella Galleria di Alessandro VII al Quirinale.
Muta ancora l’esecuzione dei paesaggi attraverso una maggiore libertà espressiva, negli affreschi nelle sale dell’appartamento privato di Palazzo Colonna di Lorenzo Onofrio (1667-68). Per lo stesso mecenate esegue una serie di vedute della campagna romana, usando la morbidezza della tempera.
Grazie allo studio della natura dal vero e alla scrupolosa attenzione per i particolari, alcuni suoi paesaggi della campagna romana, sono ritratti con precisione topografica.
Lo stile di Dughet infuenzerà la successiva pittura di paesaggio, in particolare quella inglese del XVIII secolo.