Da Nola, in provincia di Napoli, si trasferisce con la famiglia a Roma, dove porta avanti gli studi classici e frequenta lo studio di Ferruccio Ferrazzi che lo introduce nel mondo dell’arte. Negli anni Trenta conosce la pittura di Scipione e Mafai e si orienta verso l’arte della Scuola Romana, adottando un espressionismo figurativo. Nell’VIII Mostra del Sindacato Laziale presenta l’opera Autunno Malato, mentre nel 1942 vince il premio Bergamo con il dipinto La notte: caratterizzato da atmosfere espressionistiche, si intravedono i futuri risvolti della pittura di Stradone post-anni Cinquanta. Rifacendosi alla pittura europea, in particolare a quella di Ensor, Stradone viene considerato fin dai primi anni della sua carriera il rappresentante del Neoespressionismo tonale e metafisico.
Nel 1947 viene messo in evidenza da Cesare Brandi in occasione della mostra dei “Quattro artisti fuori strada” con Ciarrocchi, Sadun e Scialoja. Espone alla Biennale di Venezia nel 1948, 1950 e 1954. Le opere di questo periodo ritraggono soprattutto la città di Roma, con la serie de I Colossei e I notturni romani che molta influenza avranno sui pittori realisti degli anni ’50. Vincitore del Premio della Regione Sicilia, nel 1955 partecipa alla VII Quadriennale di Roma, ritornando ancora nel 1960 ad esporre opere degli anni Quaranta come Paesaggio sul Tevere. Le sue opere affrontano in questi anni temi sociali e civili come si vede ad esempio in L’uomo nel sacco (1957), Sfollati nelle grotte di Roma (1958) e Giovinastri di Trastevere. Negli anni Sessanta viene pubblicata una monografia sull’attività dell’artista, presentata da Giorgio de Chirico mentre continuano le sue esposizioni nelle gallerie private. Nel 1980 “Carte Segrete” pubblica Antologia critica che oltre a raccontare l’attività di Stradone, raccoglie anche i suoi scritti dal 1943 al 1979.