Pasquarosa nasce ad Anticoli Corrado, in Ciociaria, nel 1896 da una modesta famiglia di contadini. Il suo primo approccio con il mondo dell’arte è posare come modella per i pittori Felice Carena e Nicola D’Antino. Giovanissima e molto bella, nel 1912, si trasferisce a Roma e continua a frequentare il mondo artistico posando ancora per alcuni artisti, in questo modo conosce il pittore romano Nino Bertoletti che diventerà suo marito. La sua carriera artistica inizia con l’opera Piccolo Nudo alla quale ben presto ne seguiranno molte altre, specialmente nature morte; tra il 1913-14 si stabilisce insieme al marito in uno studio a Villa Strohl-Fern. Il suo avvicinamento alla pittura avviene quindi senza la mediazione di nessuno studio accademico ma solo per istinto e passione, tuttavia è da mettere in conto il suo bagaglio visivo, senza dubbio attratta dal colore degli impressionisti francesi e in seguito vicina ai neoimpressionisti romani. Esordisce nel 1915 alla III mostra della Secessione in cui espone anche l’anno seguente. I critici lodano essenzialmente in Pasquarosa l’approccio istintuale e ingenuo, dal colorismo molto acceso, quasi “fauves” e da un purismo che nella giovane pittrice non si attribuisce al segno di una corrente ben specifica ma alla semplicità vera del suo linguaggio, spontaneo ed efficace, evidente nelle prime opere come Teiera sul tappeto del 1914, Ventaglio cinese del 1915 o Cineraria rosa del 1917.
Nel 1918 partecipa assieme ad altri artisti come Ferrazzi, Spadini, Socrate e Oppo ad un’importante mostra d’Arte Giovanile alla Casina del Pincio ottenendo sempre pareri favorevoli dalla critica. Alla fine degli anni venti viene invitata a partecipare alla Prima Sindacale romana, in seguito non mancherà di esporre sia alle Quadriennali di Roma che a varie Biennali di Venezia, l’avvenimento più importante sarà l’allestimento nel 1929 di una mostra personale all’Arlington Gallery di Londra, rara occasione per un’artista italiana. Negli anni trenta e quaranta, forse l’avvicinamento alla pittura di Carrà, Tomea e Cantatore influenzerà in senso metafisico il suo linguaggio ma lasciando sempre grande spazio al colore, come in una delle sue ultime opere Figura in giardino dove alla struttura schematica della donna si contrappone la vivida e plastica resa coloristica della veste.