Ancora bambino si trasferisce con i genitori a Genova dove, terminati gli studi ginnasiali frequenta l’Accademia Ligustica ed espone per la prima volta alla Società Promotrice di Belle Arti.
Alla fine della guerra, nel 1945 è presente alla Euro Romano con i migliori artisti italiani come Aligi Sassu, Renato Guttuso, Mario Mafai e Domenico Cantatore. Negli anni successivi aderisce al movimento di “Corrente” dove assimila le lezioni di Picasso, Sironi e Carrà, spaziando nei diversi campi dell’arte senza smettere la sua ricerca dell’essenziale. In uno dei suoi numerosi viaggi, nel 1954 scopre la Somalia che diverrà la sua seconda patria e gli farà attribuire l’appellativo di “Giovanni l’Africano”.
Questa terra sarà fonte di ispirazione per la sua arte: qui infatti produce numerose opere ed ottiene importanti commissioni pubbliche.
Fra le tante opere, si distinguono l’affresco absidale per la chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù ad Albaro e la pala d’altare per la chiesa di San Colombano ad Ottone. Mostre recenti si sono tenute a Genova, a Spoleto (Festival dei Due Mondi), a Montesegale (Museo d’arte contemporanea, 1988) e Voghera (Comune, 1988).
Tra le personali si ricordano inoltre: Galleria Il Punto (Genova, 1974); Galleria San Gerolamo (Millesimo, 1974), Galleria Palmieri (Milano, 1978), Godiasco e Salice Terme (1983), Galleria San Benigno (Genova, 1993).
Nel 2014 l’Accademia Ligustica gli ha dedicato una grande retrospettiva.
Novaresio non abbandonò mai la figurazione, paesaggi e soprattutto ritratti saranno infatti temi ricorrenti fino agli ultimi anni di attività.